venerdì 6 febbraio 2015

Moon Knight: dalla morte (recensione)

Capita che un giorno, leggendo fumetti a caso, ti imbatti in un personaggio strano.
Moon Knight, ennesimo eroe di strada (di quelli che piacciono a te).
Ti vuoi informare su questo personaggio e leggere qualcosa, ma non frequentando ancora le fumetterie non sai che pesci pigliare. Per cui, passano gli anni e di Moon Knight si perde il ricordo.
Con il tempo qualcosina recuperi (ma proprio qualcosina, ovvero l'edizione economica che racchiude i primi 6 numeri della sua serie uscita a metà anni 2000) ma continui a sperare in una sua nuova serie regolare.
Fino ad oggi.

Moon Knight di Warren Ellis (s) e Declan Shalvey (d) è una serie che ti prende quasi in contropiede. Il primo numero, per quanto punti comunque a introdurre il personaggio ai neofiti, inizia subito facendoci un breve riassunto degli "episodi precedenti" e inquadrando la psicologia del personaggio prima ancora che esso si veda.
Mr. Knight non si presenta come un eroe, quanto come una sorta di protettore della notte, un detective interessato solo ai delitti che avvengono al chiaro di luna. Solo dal secondo numero lo vedremo indossare effettivamente i panni del cavaliere della luna, con un costume spettacolare nel design e reso graficamente in modo incredibile, con il mantello che diventa quasi parte integrante dello sfondo, arrivando a sfondare i limiti della vignetta stessa.


"Perché un supereroe che agisce di notte dovrebbe andare in giro vestito di bianco?", chiedo tu, curioso lettore?
Semplice. Perché non si vuole nascondere dai nemici, anzi: lui VUOLE essere visto.
Moon Knight non si nasconde dai proiettili, dai nemici o dalle misteriosi apparizioni soprannaturali con cui avrà a che fare in questi primi sei numeri. La mitologia del personaggio, in costante bilico tra il mondo magico e quello di strada, non viene stravolta da Ellis che, invece, riesce a rimaneggiare il tutto in modo fresco e avvincente, senza scadere nella violenza insensata messa li giusto per attirare gli amanti dei personaggi violenti: tutti gli scontri sono molto sanguinosi, è vero, ma il sangue è sempre giustificato e viene ricercato dal Cavaliere come punizione per i cattivi.

Ok, so che ne ho già parlato, ma il mantello a volte sembra davvero il coprotagonista della storia. Vivo, terrificante, una macchia bianca che si staglia sul cielo stellato di Manhattan, come una piccola luna che accompagna l'eroe nella sua crociata.
Un mantello così vivo che, a volte, mi ha ricordato quello di Spawn.
Anche Khonshu fa la sua parte in questa storia, donando a Mark Spector gli strumenti necessari per sconfiggere un male etereo e imbattibile per l'uomo comune. 
No, sul serio: 

Unica pecca di questi primi sei numeri è la sensazione che si ha leggendo ogni storia: solo la prima e la sesta sono collegate tra di loro, tutte le altre iniziano e si consumano totalmente nelle poche pagine di cui sono composte. Diciamo che, sotto questo punto di vista, mi aspettavo di più da una serie regolare che in teoria dovrebbe durare più un annetto scarso. Vedremo gli sviluppi futuri.
In definitiva, "Moon Knight: dalla morte" è un volume solido. Ben scritto e ben disegnato, fa apprezzare il personaggio anche ai neofiti grazie ad uno stile noir e a delle storie molti interessanti sia come sviluppo narrativo che grafico, con vignette che ricercano la particolarità stilistica e che non si limitano ad essere disegnate per "portare a casa la pagnotta".
Una realizzazione, a mio avviso, lievemente penalizzata a causa del non ampio respiro delle storie, elemento che sicuramente ai più non darà fastidio.
Quindi, come primo numero, un 8.5/10 non glielo toglie nessuno, sperando non si perda nei mesi a venire.

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