C'è una cosa che molte persone non capiscono quando leggono i fumetti. Ovvero che, sebbene negli ultimi anni siano pochi gli esempi che calzano a pennello per questa frase, un eroe ha un'anima dietro il costume sgargiante. Complici anche i cinecomics e tutto ciò che vi è di collegato (videogiochi, fumetti sui film, fumetti che si ispirano alle pellicole nel rendere un personaggio fino a prima totalmente diverso), questa tendenza si è un po' persa a favore di una maggiore spettacolarità. Capitan America non è cap la mattina quando si sveglia. Lui è, e sempre sarà, Steve Rogers, il ragazzino cresciuto nel lower east side di Manhattan, con un padre alcolizzato e una madre con una personalità forte come l'acciaio che gli ha insegnato a non abbassare mai la testa e a rispondere sempre davanti alle ingiustizie. Stessa cosa si può dire di Matt Murdock: è Hell's Kitchen che lo ha reso quello che è, insieme agli insegnamenti profondi del padre Jack: lui si mette la maschera di Devil, lui è Matt Murdock vestito da diavolo che va in giro a far rispettare la legge. Si può forse dire lo stesso di Superman? Lo so, Tarantino ha piazzato il famoso monologo in cui si parla di Superman in Kill Bill, ma non è che è arrivato lui e ha mostrato alla gente la verità, è palese da sempre il dualismo tra Superman e Clark Kent: il primo è il vero individuo, il secondo una maschera indossata per proteggersi dal mondo. Ma' e Pa' Kent hanno insegnato tutto ciò che potevano al giovane Clark, rendendolo l'eroe che tutti, in qualche momento della nostra vita, abbiamo amato: quello che non si spezza, che non scende a compromessi, che non si impone sulle scelte altrui fino alla fine, quello che pur di proteggere il pianeta ha combattuto letteralmente fino alla morte contro una creatura immortale. Ed è questo che J. Michael Straczynski (per gli amici italiani, stracchino) e Shane Davis ci mostrano in "Superman: terra uno", miniserie facente parte di un progetto iniziato dalla DC che, per molti versi, ricorda quello della Ultimate Marvel. Non sarà il solito articolo in cui parlo unicamente di ciò che succede, spoilero un po' di roba e poi tutti a casa contenti. Stavolta cercherò di trasmettere ciò che amo del personaggio anche a voi, ciò che me lo fa amare come pochi personaggi di finzione: la sua morale e la sua volontà.
Un primo plauso va fatto ai disegni di Davis: fantastici e capaci di trasmettere emozioni. Sebbene Clark abbia un'imbarazzante acconciatura, comunque al passo con la moda, tutto è disegnato e inchiostrato in maniera impeccabile. Ad avercene di disegni così nei mensili, mamma mia. Il Clark di questo mondo si mostra subito per ciò che è veramente: un genio in grado di compiere azioni spettacolari. Può volare, può emettere calore dagli occhi e dimostra di avere un'intelligenza fuori dal normale. Essendo però in un contesto moderno, si impegna al fine di mantenere segreto il suo vero essere, avendo voti mediocri a scuola e non intrattenendo relazioni con nessuno al di fuori della propria famiglia. C'è il planet, c'è Lois, c'è Jimmy e c'è pure Perry White. Ci sono Ma' e Pa', c'è Smallville ma, se non erro, non ci sono Pete e Lana. Questo mi ha ricordato moltissimo "Identità segreta", altro volume sul superuomo che ho amato follemente, ma sto divagando. La miniserie, composta da due volumi, ci mostra dalla presa di coscienza di Clark in quanto Superman, affrontando un nemico che per troppi versi ricorda Zod di "Man of steel", fino all'inizio del suo lavoro al planet e la comparsa di una nuova minaccia che lo metterà alla prova non solo come eroe ma, soprattutto, come uomo. Si riesce a percepire l'inadeguatezza di un ragazzo che, a vent'anni, deve convivere con i poteri di un dio e deve capire come usarli per il bene dell'umanità. Clark non si chiede mai cosa vuole veramente dalla vita, si chiede invece cosa gli altri potrebbero avere da lui. Già questo è un grosso punto a favore della miniserie, che si discosta da un comune elseworld e attinge a piene mani dalla mitologia del personaggio, senza sminuirne o enfatizzarne troppo i tratti. Ovviamente qui Jonathan Kent è morto, ma non si sa la ragione, sperando che ATTENZIONE STO PER SPOILERARE ROBA non si sia fatto ciucciare da un tornado come nel film, agitando la mano e facendo la faccia da "No tranquillo Clark, non fa niente, capita".
Testa di merda di un idiota coglione. Comunque, Martha è ancora viva e ogni tanto appare, facendo capire al figlio che la giusta strada da seguire è quella che ci costruiamo noi stessi e non quella che ci viene imposta.
Il costume c'è, è fedele al fumetto (ha ancora le mutande sopra i pantaloni, ma non penso siano proprio le mutande, bensì una parte di tessuto piazzata in modo strategico per coprire eventuali erezioni) ed è pure indistruttibile grazie a una MOTIVAZIONE PLAUSIBILE, cosa che ultimamente quando si parla di Superman alcune persone tendono a non utilizzare. Si, Nolan e Snyder, parlo di voi e della vostra zona fantasma che dura cinque minuti. C'è molto "complesso di dio" in questi numeri, molti dubbi su come usare i propri poteri e per chi valga la pena usarli. Clark mette subito in chiaro che non vuole interferire con i governi e che non vuole posizionarsi sopra alle istituzioni: il suo lavoro sarà difendere gli innocenti dalle situazioni che li vedono impotenti. E tutto ciò viene trasmesso incredibilmente bene, grazie a uno scrittore che sa fare il proprio lavoro. Per cui, questo volume è da avere, per i lettori vecchi e nuovi. Per i nuovi, è un modo per poter vedere come nasce un eroe e, magari, scoprire che è proprio lui che stavate cercando da così tanto tempo. Per i vecchi, le origini in chiave moderna di un eroe classico che non ne sminuiscono il fascino, anzi, lo rafforzano, sono sempre una notizia piacevole.
Voto finale (so che non era una recensione, ma è indicativo): 8/10, sebbene fossi tentato di darlo più alto.
Buona lettura a tutti, buona maturità a chi (come me) è in attesa di essere processato all'orale e, più in generale, buona estate!
Dai che magari il prossimo film di Superman è fatto tutto bene!
considerazione finale che non leggerà nessuno: mi rendo sempre più conto che se chiamassi sto blog "grifone e superman" nessuno noterebbe la differenza. ormai faccio articoli monotematici, lol.
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