lunedì 12 agosto 2013

perché leggiamo fumetti? (titolo usato mille volte)

Questo articolo sarà leggermente diverso dal solito. Non perché parlerò in modo stupido, abbreviando, usando le icsdì e robe simili; non perché i concetti che voglio esprimere saranno buttati li senza spiegazione. Ma perché, per una volta, voglio trasmettere un messaggio, voglio scrivere seriamente di qualcosa che mi preme spiegare. Non ci sono nemmeno molte premesse da fare: ci pensavo e basta finito di leggere Shaman King. Perché leggo fumetti? O, più in generale, perché LEGGIAMO fumetti/manga? Prima di iniziare, ci tengo a fare una precisazione: a mio avviso, i manga sono molti diversi dai comics americani. Parlando semplicemente di shonen (manga per ragazzi, ovvero la maggior parte di quelli che ho letto), la primissima differenza che troviamo è la durata della serie. I comics durano anni, anni e anni, sono addirittura infiniti: e non infiniti come one piece, che durerà fino al tot numero poi finalmente basta, fuori dalle palle, è stato bello anche se è stato troppo lungo. No, sono infiniti perché durano da 70 anni e non mostrano segni di cedimento. Basti pensare a Capitan America, colui che mi ha fatto decidere di stendere questo "articolo". I manga, durando tot numeri, non permettono una continua evoluzione del personaggio. I personaggi si evolvono, ovviamente, ma si evolvono ad "archi narrativi". Parlando sempre di Shaman King, i comprimari hanno un certo carattere prima del torneo, un certo carattere durante di esso e il carattere definitivo alla fine del manga. Nei comics, alcuni personaggi partono in un modo e, con il passare degli anni, si trasformano in qualcosa di totalmente diverso. Devil: partito come simil-Spiderman, si è trasformato in un vigilante deciso a tutto pur di proteggere Hell's Kitchen.

E questo è avvenuto con il passare degli anni, degli autori, della continua caratterizzazione del personaggio, non con "ha sconfitto il nemico tale che lo ha reso tale fuffonio". Ultimo punticino prima del discorso principale, la discriminazione nei confronti dei lettori di fumetti americani da parte dei lettori di manga. Perché? "Perché nei fumetti americani resuscitano sempre, cioè, che troiata". Ah beh, molto più realistico leggere manga pieni di stereotipi (il protagonista simpatico, il tipo oscuro che a volte è cattivo e diventa buono, la ragazza carina, il maniaco, il torneo presente in praticamente ogni shonen...) in cui i protagonisti resuscitano come se non ci fosse un domani, oppure tirano sempre fuori la mossa finale epica e assassina stranamente al momento giusto, oppure piangono perché non voglio fare quello che sono costretti a fare e poi alla fine lo fanno e tutto va a ramengo. Insomma, le solite situazioni. E io, lettore di fumetti americani, non mi dovrei incazzare con questa gente? Ma sto divagando, non puntavo a questo.
Dicevo. Perché si leggono fumetti? Perché la società in cui viviamo fa schifo, tanto per cominciare. Ok, so di essere partito in quarta, ma è un ragionamento normale. Siamo giovani senza futuro: rischiamo di essere precari fino a cinquant'anni, per poi iniziare a lavorare e non andare più in pensione. Non si lavora per vivere, si vive per lavorare senza la benché minima gratificazione; mancano le figure di riferimento. Una volta avevamo i poeti, i letterati, gli attori, i politici onesti (mitologia, proprio), i musicisti tormentati (ok, mi sta sulle palle ma Cobain effettivamente rappresentava il pensiero dei giovani di inizio anni '90). Oggi? Tettone in televisioni, politici corrotti e sporchi nell'anima. Mancanza di valori, mancanza di virtù e di qualsiasi cosa necessaria allo sviluppo di una buona personalità. I genitori non hanno tempo da dedicare ai figli, la competizione diventa sempre più spietata e i più deboli vengono calpestati dai forti. E questo ci spinge a leggere. Nei fumetti americani, ci sono da sempre due punti di riferimento: Superman e Capitan America, le bandiere del sogno americano, i portavoce di un intero paese. Loro rappresentano tutto ciò che è bene, tutto ciò che va fatto e che siamo in dovere di fare. Loro sono una figura di riferimento per ragazzi che non ne hanno più. Ma non solo loro: Spiderman è un eroe in cui ci si può identificare facilmente. Nei manga, praticamente tutti i protagonisti sono orfani per qualche motivo misterioso, ai giapponesi non piace la famiglia, ma aiutano a comprendere la nostra solitudine. Ci si identifica in loro, si vivono le loro avventure come se fossero nostre, in un mondo che non permette più ai giovani di sognare. I sogni sono aboliti: la realtà, il materiale è l'unica possibilità. Chi non si adegua, si estingue; chi si adegua, rischia costantemente di perdere la propria anima di essere umano. Così, leggiamo. Siamo tristi, incazzati, delusi: vediamo il nostro personaggio preferito che combatte per ciò in cui crede e, per fortuna, dona un po' di forza anche a noi. Si evade mentalmente per qualche ora, come solo i migliori racconti sanno fare (si, tutto questo discorso si estende anche ai libri ovviamente, ma essendo un blog di fumetti mi volevo soffermare su questi ultimi) per poi tornare alla realtà, magari con qualche idea nuova su come reagire alle difficoltà della vita. E stiamo bene. Benissimo. Chi ha il diritto di toglierci questo modo per sognare? In teoria nessuno; in pratica, la vita che, con tutta la sua serie di delusioni, prima o poi ci darà un affondo tale da sbatterci definitivamente al tappeto.
Ma sono solo le riflessioni di un lettore pessimista che si aspetta sempre di essere trafitto alle spalle, non giudicatemi troppo. Liberi, liberissimi di leggere e di godersi le emozioni che solo la lettura è in grado di darci. Siamo tutti uniti dalla stessa passione. Resisteremo insieme.

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