mercoledì 12 agosto 2015

Moon Knight: dalla morte (recensione)

Sono sparito dal blog per quattro mesi. Quattro, interminabili mesi in cui la voglia di scrivere, semplicemente, non c'era più. Anzi, ad essere sincero non c'è nemmeno ora, ma voglio costringermi a riprendere i piccoli giri della mia vita come, appunto, questo mio spazio per voi lettori di fumetti e per me, che mi illudo ogni volta che a qualcuno interessi veramente quello che scrivo.
So che non è così. Non preoccupatevi.
Va tutto bene.
Oggi si parla del secondo volume di Moon Knight.

Come dicevo sei mesi fa, nel primo volume la qualità generale era altissima con l'unica pecca che il tutto sembrava (anzi, era) una serie di storie slegate tra di loro (fatta eccezione per la prima e l'ultima) che non riuscivano a dare quindi ampio respiro ad una serie che sembrava chiudersi in se stessa.
Sia chiaro, non ho assolutamente nulla contro le serie che sembrano ignorare la continuity principale (in quattro anni di Devil ho giusto incrociato una volta dei riferimenti a Original Sin, fine), ma se una serie procede per numeri e numeri senza creare una storia che verrà poi seguita ed esplorata, beh, qui il discorso è diverso.
Il rischio di questo secondo volume, insomma, era proprio questo: continuare l'andazzo del primo, con altre sei storie molto belle stilisticamente e narrativamente ma che, una volta concluse, non lasciavano nulla per il futuro del personaggio. Di conseguenza, per quanto attendessi questo fumetto con molto interesse, ero anche scettico (anche perché Warren Ellis ha lasciato il posto a Brian Wood alla sceneggiatura) sul risultato finale.
Fortunatamente, i miei dubbi sono stati smentiti.
"Moon Knight: Blackout" ci presenta il prossimo passo nell'evoluzione psicologica di Marc Spector. Abbandonato da tutti i suoi alleati e lasciato da solo con se stesso, psicologicamente malmenato e fisicamente torturato, il personaggio si ritrova a dover dimostrare ancora una volta che, se Konshu lo scelse per diventare il suo avatar, un motivo ci dovrà pur esser stato.
L'arco narrativo che questi sei numeri coprono si conclude con giusto un dubbio riguardante un paio di personaggi ma, nel complesso, è fruibile da tutti senza il minimo problema: che abbiate letto il volume precedente o meno, che conosciate o no questo personaggio, Blackout sarà in grado di tenervi attaccati alle pagine in ogni sua vignetta, grazie anche ai disegni di Greg Smallwood che ricercano ancora quella particolarità visiva che tanto avevo apprezzato nel primo volume (sebbene il mantello quasi non si veda, purtroppo).
In conclusione, "Moon Knight: Blackout" è un ottimo fumetto. Sceneggiatore e disegnatore hanno saputo fare un passo avanti riguardo l'organicità del tutto, cosa che Warren Ellis non fece nei sei numeri prima (senza toglierli nulla, ovvio), creando un intreccio interessante e, tolta una parte finale eccessivamente veloce, ben spiegato.
Voto finale: 8/10, quindi compratelo ora e leggetevi COSE BELLE
Buon agosto e buon Ant-Man a tutti!

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