lunedì 28 aprile 2014

The Amazing Spider-man 2: ennesimo punto di svolta nei cinecomics

Ogni occasione è buona per non studiare e per fare altro. E io al momento dovrei studiare, per cui cosa sto facendo? Sto parlando in ritardo di un film che ho visto mercoledì scorso e su cui non ho scritto prima (detto onestamente) per totale mancanza di voglia, ma non me ne vogliate male: meglio scrivere poco ma con un senso che a mitraglietta dicendo cose a caso. Insomma, per andare dritti al punto, sapete perfettamente di cosa sto per parlare: The Amazing Spider-man 2.
Non ne ho mai parlato sul blog, ma il primo film onestamente mi aveva lasciato piuttosto indifferente. Non molti spunti interessanti, nemico BOH, un Peter troppo fico per essere credibile (quello interpretato da Tobey Maguire era molto più veritiero) e qualche altro elemento meh lo rendevano un film caruccio da guardare ma abbastanza inutile. Di conseguenza, di questo seguito mi interessava ben poco-pochissimo. Se aggiungiamo a tutto questo il fatto che io ODIO spider-man con tutte le mie forze, ero già preparato a rompermi le palle per due ore e passa. Invece, miracolo dei miracoli, me ne sono andato sconvolto nell'anima e felice per aver appena visto uno dei cinecomic più belli di sempre. 
I personaggi, finalmente, sono credibili. O meglio, i personaggi principali: la trasformazione di Max Dillon in Electro (intesa come passaggio da uomo comune a cattivo) è molto frettolosa e va presa un po' per quel che è senza ragionarci troppo, in quanto alcuni passaggi hanno poco senso. Peter Parker è, tolte un paio di cosette minori sempre legate al suo essere sfigato per finta, il classico ultimate Peter. Gwen è Gwen, Harry Osborn è Harry Osborn (tra l'altro, tanto di cappello per DeHaan che con quel ciuffozzo non mi convinceva per niente) e tutti si amalgano insieme per formare un affresco supereroistico molto interessante. Non mancano i personaggi minori (tipo Rhino, che è stato messo giusto per far ridere e per introdurre i sinistri sei) tra cui mi sento di citare Norman Osborn, che si vede per tipo tre minuti e ti rimane dentro tutto il resto del film. La storia intreccia lo sviluppo caratteriale dei personaggi alla continuazione della vita di Peter come Spider-man e al suo rapporto con Gwen, messo in crisi proprio a causa della sua doppia identità e dei cambiamenti che avvengono normalmente dopo il diploma. 
Con tre cattivi in una sola pellicola, c'erano tutti i presupposti per il nuovo Spider-man 3, con i nerd già pronti a lanciare feci contro lo schermo minacciando di denunciare Webb e tutta la sua combriccola per il lavoro svolto. E invece niente. Il film scorre, tu lo guardi, ridi (ho riso pure io che non amo particolarmente le cose fatte giusto per essere comiche nei film sui supereroi, ma in Spidey si intersecano ovviamente bene con il personaggio), ti emozioni e, alla fine, piangi, se hai un cuore. Piangi perché sapevi che sarebbe successo, tu, nerd ventenne che legge fumetti da metà della sua vita, lo sapevi. Lo sapevi da subito, dal primo film, ma speravi di non dovervi mai assistere veramente. Speravi che succedesse in modo indolore, mal fatto, così da non fartene nemmeno rendere conto. E invece no, tu sei li, che guardi lo schermo, e il tuo cuore viene preso e stritolato da una forza sconosciuta che ti annichilisce l'esistenza.
Il film ci è riuscito. Si è fatto amare e resterà sempre dentro di te. 
Captain America 2 è stato forse il miglior cinecomic di sempre (a mio avviso, OVVIO, non voglio assolutamente imporlo a nessuno) su supereroe singolo, ma questo Spider-man è riuscito dove nemmeno Cap aveva trionfato: mi ha fatto andare a casa con la sensazione di aver perso qualcosa, dentro quel cinema. L'innocenza da spettatore, quell'innocenza che i lettori di fumetti hanno già perso nel lontano 1973. Penso seriamente che dopo questo film e dopo Cap molte cose cambieranno nel modo di fare i cinecomics. Il pubblico ormai è pronto.
Quindi, che dire per finirla qui? Mi è piaciuto molto, in caso non si fosse capito. Forse la storia si incentra troppo sul rapporto tra Gwen e Peter, ma è anche giusto così: non è solo un eroe, è anche un ragazzo innamorato. Il villain più memorabile non è quello che da il sottotitolo al film (Il potere di Electro, per la serie "siamo originali") ma il Goblin di DeHaan, di cui osserviamo l'evoluzione completa, sebbene a tratti poco chiara riguardo le motivazioni. Difetti minori, a mio avviso, che non minano la qualità della pellicola. Se siete fan dei fumetti, amerete questo film. Se non siete fan dei fumetti, comunque, non capisco che ci facciate su un blog che parla quasi unicamente di essi.
Buon rientro post-vacanze a tutti, shaoratzee!
"Guarda, Spidey: una tutina sbucata dal nulla e di cui nessuno spiega l'origine."

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