mercoledì 29 ottobre 2014

New X-men, tra amore e morte.

PREMESSA AGGIUNTA A CONCLUSIONE ARTICOLO: volevo provare a recensire questo volume ma non ce l'ho fatta, troppe emozioni durante la stesura. Per cui, sono più che altro pensieri in libertà, molto più del solito. Spero abbiate piacere a leggerli allo stesso modo in cui io ho avuto piacere a scriverli.

Manca dieci alle due di notte e non ho sonno. O meglio, ho sonno, ma non voglio dormire.
Il perché, non lo so nemmeno io, amici internauti. Per cui, tempo di parlare. Di fumetti, per ora, che di film intendo parlarne a brevissimo (ovviamente a causa degli annunci-bomba rilasciati dalla Marvel riguardanti i film che usciranno da qui al 2019 ma, ripeto, ne parleremo nei prossimi giorni).
Come dicevo tempo fa, nel mio articolo sull'omnibus di fear itself, "c'è veramente qualcuno di così stronzo da non accontentarsi di una inculata e prepararsi a rischiare di prenderne un'altra? Certo. Io", annunciando la mia intenzione di prendermi l'omnibus di Grant Morrison contenente tutta la serie "New X-men" da lui scritta.
L'ho preso e l'ho letto tra il 27 e il 28 di questo mese.
E?
Eh, e dopo questo non voglio più leggere fumetti.

Sia chiaro: questo ciclo è FANTASTICO. Seriamente, ti prende e ti trascina nel baratro di un gruppo in profonda crisi, con tutti i suoi problemi secondari, i super cattivoni che sembrano invincibili, i nemici intestini alla formazione, fino a quando tutto finisce e tu non puoi fare altro che non chiudere il librone e guardarlo sapendo che, dopo quel momento, un pezzo della tua vita da lettore di fumetti se ne sarà andato per sempre.
Si perché non si tratta di una comune run supereroistica. I personaggi, ovviamente, salvano gli innocenti e fanno ciò che possono per proteggere tutti e creare un ponte di comunicazione tra umani e mutanti. Ma, spesso, ci si ritrova ad aspettare altro, ovvero le interazioni tra i membri del gruppo.
Scott e Jean in primis.
Dio mio, ho sofferto per loro come se fosse la mia relazione ad andare in pezzi.
La coppia d'oro mutante mandata in crisi da problemi troppo grandi dentro Scott, reduce dalla possessione di Apocalisse. Mentre Jean, amorevole mogliettina, sente la fenice che si risveglia dentro di lei, cercando di mantenere il controllo per non impazzire.
Wolverine inizia ad essere incisivo dopo molte pagine, mentre Hank (Bestia) tenta di non perdere la ragione e diventare uno stupido animale da giardino.
In tutto questo, il professor X in una veste insolita: quello di cattivo.
Ma non di cattivo stereotipato e più simile ad una macchietta, no, un cattivo che vuole uccidere l'intero pianeta e arriverà a pochi passi dal riuscirci.
Il fulcro di questa run, oltre alla complessità dei vari archi narrativi che, nel complesso, formano uno splendido affresco di COME andrebbe scritta una serie su dei mutanti odiati dal mondo e dalla gente normale, è proprio il cuore dei personaggi. Come parlano, cosa fanno, cosa pensano, come crescono.
Vengono presentati nuovi mutanti, alcuni ad una prima occhiata minori ma che riescono a rivelarsi molto interessanti (Becco sopra tutti, nuovo idolo dei freaks di tutto il mondo. Oddio, nuovo, è stato creato tipo nel 2002...), altri fin da subito molto importanti, ma sui quali non si saprà nulla fino al punto di non ritorno.
Ovvero Xorn. Misteriosissimo mutante protagonista di uno dei colpi di scena più COSA della storia del fumetto moderno a mio avviso, per come è presentato e per tutto il background dietro al suddetto.
Non voglio comunque dimenticarmi l'elemento che più mi è stato a cuore in tutti questi numeri, anzi, in questo viaggio lungo un'opera a mio avviso magistrale, con alti e bassi a livello grafico (troppi i disegnatori da citare, ma lo stesso Quitely, creatore dei disegni che aprono l'opera, spesso non si è rivelato il massimo nel rendere alcune espressioni, anzi) ma con una narrazione sempre incredibilmente accattivante, ovvero: il triangolo amoroso Scott-Jean-Emma.
Sono un fan di Ciclope, ma penso sia appurato. Diamine, penso di essere uno dei pochi malati di mente in grado di scrivere qualcosa per giustificarlo. Per cui, vedere i suoi tentativi di mantenere vivo l'amore con la moglie, arrivando addirittura a farsi aiutare da una che ha tentato di farsi ingroppare fin dal primissimo istante in cui è entrata nella scuola
(qui più burrosa che mai)
(cristo sembra un fumetto zozzo)
e la quale gli porterà da subito un sacco di problemi, fino ad arrivare a convincerlo ad avere una relazione telepatica in modo da alleviare un po' la tensione, mi ha causato dolore psicologico.
Relazione telepatica con uno sposato con la telepate più potente del mondo (credo, non so se sia sotto Xavier, tenendo conto della fenice dentro di lei), ovvero la scelta più stupida che tu possa fare. Infatti poi che succede?
Succede più o meno questo:
Emma è quella cosa per terra che sta per essere menata forte forte. Per dire, giusto per fare un piccolissimo esempio. 
Dicevo.
Il triangolo amoroso in questione sarà una questione ricorrente in tutto il ciclo, anzi, se vogliamo essere onesti sarà quasi il perno intorno a cui ruoterà tutto.
Jean e Scott, Scott e Jean, Scott e Emma, Emma e Jean.
Purtroppo no, non come pensate voi.
Quando poi alla fine i nodi vengono al pettine e succede quel che deve succedere, tu ti fermi un attimo e soffri. Soffri perché ok, l'amore non è eterno, le persone cambiano e tutto. Ma certe cose non dovrebbero succedere e in quell'attimo tu, lettore di fumetti che pensava di aver visto molte cose e provato molte sensazioni, chiudi un attimo il libro, ti allontani e ti lasci assalire dalla tristezza dei personaggi che si sono persi per sempre. Come se tu fossi uno di loro, come se tu facessi effettivamente parte del gruppo.
"Vivi Scott", dice Jean, "Vivi".
Però sai tu come lo sa lui che vivere non sarà più come prima, mai più. E in fondo è giusto così.
Perché ci sono nemici forti e nemici deboli, amici veri e amici falsi, amori belli e amori totalmente sbagliati, fumetti belli e fumetti brutti.
E questo è un fumetto bello, di quelli così belli che una volta finito, come dicevo in apertura, ti fanno pensare di smettere di leggere fumetti poiché sai benissimo che non arriverai forse mai più a consumare qualcosa di così monumentalmente bello, nella tua carriera da lettore.
Poi ripensi a ciò che Jean ha detto.
"Vivi".
Sorridi, chiudi il libro, lo metti via e decidi che aspetterai pazientemente il giorno in cui ti emozionerai di nuovo così per un fumetto.
Anche se dovessero volerci altri ventidue anni.

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