Sarà l'orario, sarà il tempo, sarà questo periodo di feste che mi riscaldano il cuore (parzialmente compromesso da avvenimenti non controllabili da me medesimo), ma in questo periodo mi sento strano.
Voi chiederete, in che senso?
Eh, bella domanda.
Mi sento come se tutto intorno a me stesse scorrendo lento, come se tutti fossero pigri. Come guardare un neonato che sbadiglia e fissargli la bocca che si apre e poi si richiude, sigillata da un paio di morbide labbrine. Come seguire la caduta di un singolo fiocco di neve che gira su se stesso e traccia mille traiettorie in aria per poi fondersi con un numero infinito di suoi simili.
Come quando premi il tasto di un pianoforte e rimani con gli occhi chiusi in silenzio ad ascoltare il suono di quella nota, premendolo di nuovo appena sta per svanire del tutto.
Come quando in estate vi coricate a pancia in su in acqua e vi lasciate trasportare dalle onde con le orecchie coperte dall'acqua e tutto vi suona ovattato e lontano.
Non stiamo forse sprecando il nostro tempo? O meglio, il senso della vita non è forse sprecare il proprio tempo?
Si perché, se uno ci pensa, i momenti migliori li abbiamo sprecando il nostro tempo in attività inutili o aspettando qualcosa.
L'emozione prima del grande salto. La calma piatta, noiosa e confortevole di addormentarsi da seduti con una persona appoggiata alla propria spalla.
Quando ti svegli durante la notte con il sogno ancora impresso nel cervello, così bello che ti fa piangere, e hai la fortuna di riaddormentarti subito per dire alle persone del sogno che le ringrazi per tutto e che speri di non dimenticartele la mattina successiva.
Mi sento così. Ma mi sento anche in colpa senza aver fatto nulla. Mi sento come se avessi tradito la fiducia di qualcuno che non esiste, come se non avessi fatto ciò che ci si aspetta.
Il tempo passa, e poi che facciamo?
Stiamo qui. A guardarlo passare. A osservare le porte che si aprono e che si chiudono, a camminare verso le porte aperte mentre ci disperiamo per non aver potuto vedere quello che ci aspettava dietro quelle chiuse, immaginandoci un mondo di meraviglie.
Attraversiamo portali per l'ignoto, per delle terre esterne misteriose, per luoghi futuri e passati, per posti che non esistono e posti che esistono solo di nome e non di fatto.
Sogniamo e sogniamo di sognare. Io, come voi, come tutti, e mi sento in colpa perché...nemmeno io lo so.
Come non lo sapete voi e non lo saprà mai nessuno.
Siamo viaggiatori dell'ignoto che si muovono in un mondo che di ignoto, ormai, ha ben poco.
Per cui, attraversiamo quel portale con il nostro bagaglio di pensieri ed emozioni, e andiamo ad esplorare per trovare la strada che ci ha portati dove eravamo.
Ringrazio come sempre Allen per il suo aiuto involontario.
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