lunedì 3 dicembre 2012

Recensione film: The Doors

Due cose:
1) non scrivevo da un po', ma quando non c'è nulla di cui scrivere non si scrive, non sono ancora abituato a darmi costantemente al qualunquismo tanto per passare il tempo!
2) si, questo articolo non c'entra nulla con gli altri.
Ho recensito un solo film in passato, ovvero lanterna verde (ho piazzato il link nel caso la voleste leggere), e non mi aveva entusiasmato molto. Intendo, né il film né la recensione. Non mi piace troppo parlare di film, perché penso che ogni pellicola abbia il suo motivo di esistere e la propria fetta di pubblico (pure i film trash piacciono a determinate persone, quindi!) e riuscire a dare opinioni anche solo lontanamente OGGETTIVE sia molto difficile. E in questo trovo molta differenza con i fumetti, perché se un fumetto è brutto (i disegni fanno cagare, la storia è brutta e i dialoghi non fatti di merdaccia) è brutto e basta, non ha un suo valore. Al massimo può venire definito come il punto più basso raggiunto da un artista, ma credo che sia impossibile anche solo ridere davanti a un fumetto fatto così male da risultare patetico. Discorso diverso per i film, giusto per riallacciarmi al discorso introduttivo.
Ora. Perché "The Doors"?

Perché è un film molto particolare e credo di non avere mai espresso con nessuno le mie opinioni a riguardo. Opinioni serie, ovvio, che mi piace lo sanno quasi tutti. Ne vorrei parlare anche per esporre un po' le mie idee riguardo a questo genere di musica, per quanto sia inerente al contesto e per quanto possa risultare interessante. Quindi, facendo un respiro profondo, mi getto in questa prova ardua sperando di uscirne vivo.
Iniziamo.
Per la regia di Oliver Stone, datato 1991, "The Doors" si sarebbe dovuto chiamare qualcosa tipo "la storia di Jim Morrison", vista l'importanza degli altri membri della band in questa pellicola. Per sbolognarmela subito, Val Kilmer fa Jimbo e ci assomiglia una cifra. Amen.
Il film cerca di essere una biografia dell'intera storia del gruppo, tenendo sempre come figura di riferimento quella del suo leader carismatico, ovvero Jim. Se non conoscete Morrison siete finiti nel blog sbagliato, 'ussa via.
Partendo dall'infanzia (la prima scena è lui che vede gli indiani morire lungo la strada durante l'incidente in cui si sono imbattuti lui e la sua famiglia in un anno che non ricordo comunque tanto tempo fa), il film ci spara tutta la breve e intensa vita di questo personaggio, tra droghe, estremi e una generazione desiderosa di cambiamenti. Il tutto contornato, ovviamente, alle ottimissime canzoni del gruppo, compresa una sequenza di tipo sette minuti in cui ci viene sparata "the end" in versione quasi integrale. Goduriosa.
Questo film, per un fan, rappresenta la perfezione: la recitazione è ottima, la musica è fantastica e gli attori sono molto somiglianti ai personaggi che interpretano. Allora, se è così bello, dove si basa la mia critica?
Sull'esagerazione delle situazioni.
Vi spiego: all'Ed Sullivan Show, durante la partecipazione del gruppo, Jim ci sparò una parola ritenuta tabù per l'epoca, che causò l'interruzione dell'esibizione. Con una breve ricerca su youtube il video in questione si trova, ma dura solo trenta secondi (proprio fino a quella parola, o comunque pochissimo dopo). Nel video originale, però, si vede come Jim sia calmissimo mentre lo dice, come se ignorasse il rischio di quello che sta facendo. Nel film no. Oliver Stone ci rifila più di due ore di Morrison indemoniato e ingrifato, che tenta costantemente di morire, che beve, urla (urla tipo metà film), spacca botilie ma non amaza familie e sclera durante un ringraziamento (mi pare). Tutta questa visione va a minare un film storico, ma che si rivela fondamentalmente apprezzabile appieno solo dai fan, mentre per gli altri risulterà un po' noioso e lento, in alcuni punti.
Trovo che il film non renda giustizia alla figura a cui si ispira. Jim era un poeta, ma delle sue poesie ne parlano giusto due volte (di cui una per giustificare una trombata) e stone preferisce mostrare la figura della star maledetta e senza pace, che ricerca la morte in modo da poter vivere per sempre in una bellezza divina.
Lo consiglio, non a tutti ma lo consiglio tranquillamente perché, sebbene possa sembrare il contrario, a me questo film piace un sacco e ogni tanto me lo rivedo con piacere (non troppe volte però, sennò abbuffa).
Come volevasi dimostrare, l'articolo non è venuto troppo bello. Ci ho provato, ovviamente, e lo sforzo è quello che conta, ma in futuro credo che parlerò quasi unicamente di SUPAHERO film o roba nerd che mi piace troppissimo (coff coff....star wars....).
Insomma, buon appetito a tutti e cercate di non strozzarvi con la pasta.
Natale si avvicina.

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